Retrobottega dell’anima

Bisogna avere moglie, figli, sostanze e soprattutto la salute, se si può; ma non attaccarvisi in maniera che ne dipenda la nostra felicità.
Bisogna riservarsi un retrobottega tutto nostro, del tutto indipendente, nel quale stabilire la nostra vera libertà, il nostro principale ritiro e la nostra solitudine. Là noi dobbiamo trattenerci abitualmente con noi stessi, e tanto privatamente che nessuna conversazione o comunicazione con altri vi trovi luogo; ivi discorrere e ridere come se fossimo senza moglie, senza figli e senza sostanze …. Noi abbiamo un’anima capace di ripiegarsi in se stessa; essa può farsi compagnia; ha i mezzi per assalire e difendere, per ricevere e per donare; non dobbiamo temere di marcire d’ozio noioso in questa solitudine”.

Questa è la solitudine autentica, che non va intesa come fuga dal mondo, ma come cura dell’anima, ordine interiore, arte del vivere bene, per affrontare il mondo con maggior consapevolezza, in piena trasparenza, senza le maschere quotidiane o la zavorra delle passioni più nocive alla salute del proprio io.

Montaigne