Sul sogno
Il sogno è l’autentico che accade e ci fa accadere, quando riposiamo la nostra coscienza riposa con noi, tutte le difese psichiche sono calate e nel sogno si manifesta il nostro stare e essere in relazione con il normale fluire delle cose. Per la nostra cultura Occidentale la psicoanalisi è il luogo dove possiamo parlare dei nostri sogni del nostro autentico accadere, spontaneo destino.
Preservare la psicoanalisi, nello specifico della mia esperienza la psicologia complessa Junghiana, è quanto di più salutare possiamo fare per non perderci come esseri umani.
Oggi molti non ricordano i sogni, in realtà l’inconscio tesse sempre il suo sogno, anche da svegli, le persone che sono “convinte di non sognare” si sono sganciate dalla parte più vera e foriera di salute che è il Sé, regista di ogni sogno, regista del destino di ognuno.
Immagine sopra
The Dream Henri Rousseau, 1910 (MoMA)
Immagine sotto
Dietro la porta gialla – Matteo Mannucci – 1998 (età 14 anni)
Il lettore scevro di pregiudizio potrà notare la stessa posizione della luna in alto a destra e in basso qualcosa che si apre e indica la strada, la via. Nel dipinto una donna indica la via a destra, nel disegno è una “porta gialla”. Ricordo ancora il tema “dietro la porta gialla” era la consegna del tema per il corso di Educazione all’immagine.
Non ho cercato volontariamente l’immagine di Rousseau è la prima immagine apparsa quando ho cercato su Google: “dipinto sogno”, poi l’immagine mi ha fatto ricordare, e forse è per questo appuntamento con la vita che ho ricordato fino ad oggi il titolo: “dietro la porta gialla”.
Con C. G. Jung potremmo ricondurre questo fenomeno all’inconscio collettivo.
«[…] al mondo effimero della nostra coscienza essi comunicano una vita psichica sconosciuta, appartenente ad un lontano passato; comunicano lo spirito dei nostri ignoti antenati, il loro modo di pensare e di sentire, il loro modo di sperimentare la vita e il mondo, gli uomini e gli dei. L’esistenza di questi stati arcaici costituisce presumibilmente la fonte della credenza nella reincarnazione e nella credenza di “vite anteriori”»
(Carl Gustav Jung, 1939, p. 278)