Fisica e oltre, poesia
Il filosofo Werner Karl Heisenberg nel libro “Fisica e oltre” paragona lo studioso a un pittore e dice:
Bohr impiega la meccanica classica o la teoria dei quanti allo stesso modo in cui un pittore utilizza i pennelli e i colori. Non è il pennello che fa il quadro e il colore non è tutta la realtà rappresentata, ma l’artista, tenendo presente il quadro che sta dipingendo, impiega il pennello per comunicare agli altri un’immagine, seppur inadeguata, del suo mondo intetiore. Così Bohr conosce con esattezza il comportamento degli atomi durante l’emissione della luce e nelle reazioni chimiche, però quando si trova a comunicare questa sua intuizione agli altri fisici, si trova ad avere mezzi inadeguati e allora, quando deve parlare delle orbite degli elettroni e delle condizioni quantiche, trova dei limiti, nei segni linguistici e matematici che ha a disposizione e fa come un pittore.
Quando si arriva agli atomi il linguaggio va utilizzato così come avviene in poesia. Al poeta infatti sta a cuore più che la descrizione dei fatti la creazione di immagini e di collegamenti mentali.